^Vanity^ |
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| Era uno strano mercoledì notte, di quelli silenti e misteriosi con eco incomprensibile di sottofondo, col sospiro del vento apparentemente troppo intenso, con la brezza lieve e fresca come carezze di mani gelide. Era strano, incomprensibile, misterioso.
Una fanciulla avanzava, sentiva quasi il bisogno di muoversi e non fermarsi più, avanzare perennemente a passo cadenzato, felpato come pochi.
La camminata era elegante, sinuosa, fine, tanto da sembrare esser in armonia persino con il buio della notte.
Eppure il suo sguardo spezzava quel grigiore della notte. Illuminata appena da una luna quasi soppressa dalle nuvole e dai lampioni fiochi, una cascata di capelli scuri, caldi, spiccava pur sotto la pioggia, senza curarsi di bagnarsi. Grandi occhi cristallini sfidavano fieri il clima, le carnose labbra per nulla impallidite dal fresco, la pelle ambrata di caldo mare estivo a contrastare quel lieve piovigginare che come era giunto improvvisamente, d'incanto svanì.
Silente lei alzò il capo all'insù, osservò divertita il cielo e sorrise di quei mutamenti repentini, continuando il suo lento ed elegante incedere sino ad un parco, il Royal Park.
Gli alti stivali neri sui jeans scuri varcarono la soglia trovando immersi nel verde, il pesante odore di terra e fiori umidi si insinuò con piacere nelle sue narici offrendo un prepotente risveglio di sensazioni: vi era vita lì, anche in quel luogo sconosciuto dove si era persa, anche nella notte buia.. |
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