Lui la abbracciò dolcemente, posandole un bacio tra i capelli, per poi scendere con le labbra all’altezza del suo viso, chiudendo gli occhi e dando vita ad un bacio..straordinariamente dolce, di quelli in grado di cancellarle ogni problema dalla testa e di mettere al centro della sua attenzione solo lui, il suo uomo.
Il resto non esisteva, per un attimo.
Durò decisamente più a lungo di prima, ma dopo un po’ lui interruppe anche quello, forse per non affaticarla.
Fosse stato per lei avrebbero potuto andare avanti per ore, ma lui non sembrava dello stesso avviso.
Restò quindi con il viso vicino al suo, e lei si rilassò tra le sue braccia.
Amava quell’uomo, veramente.
Poi lui cominciò a parlare, raccontandole che si era trovato nella situazione di dover scegliere, tra la vita di lei, e la possibile vita di loro figlio.
Ed era chiaro quale fosse stata la sua scelta.
Non poteva dire di esserne felice..chi lo sarebbe stato, sapendo di essere vivo a danno di proprio figlio? Ma di certo non aveva nulla da rimproverargli.
~ Ho deciso di salvare te perché credo nella tua forza, nella tua capacità di risolvere i problemi.
Ho creduto che in un futuro ciò si sarebbe potuto ripetere. ~
Questa frase le strappò un primo, lieve sorriso.
Durò solo per qualche istante, ma era un sorriso sincero.
Si, in un futuro si sarebbe potuto ripetere. Se lo avessero voluto, avrebbero potuto avere un altro bambino, e questa volta lo avrebbero tenuto al sicuro.
Lui si interruppe per qualche istante, tanto che lei si convinse che avesse finito di parlare, che quello che aveva da dirle di fermasse semplicemente a quello.
E invece continuò, dopo averle chiuso gli occhi posandovi due baci.
~ Io avevo fatto progetti. E non butto nulla, rimando solamente. Ma c'é una cosa che non posso rimandare. Perché ormai è insita in me, a prescindere dagli avvenimenti. ~
Queste sue parole la incuriosirono non poco, poiché effettivamente non aveva idea a che progetto alludesse.
Più tardi si sarebbe resa conto che non sarebbe stato così difficile indovinare, ma comunque non ce l’avrebbe mai fatta, non ci avrebbe mai pensato.
Sentì che lui si muoveva, forse estraendo qualcosa dalla tasca, non ne era sicura.
Poco dopo le posò in mano un oggetto leggero, di forma quadrata, forse ricoperto di velluto.
Liz aprì quindi gli occhi, stupita per quanto stava accadendo, osservando la scatolina come se non riuscisse a capire cosa potesse contenere.
Un..
Sentendo una strana agitazione, quindi, lentamente la aprì, lanciando prima un’occhiata ad Adrian, che pareva agitato almeno quanto lei.
Un piccolo anello si presentò quindi alla sua vita, con una pietra che pareva uno zaffiro, una pietra che in quel momento le pareva la più bella che avesse mai visto.
Prima che potesse dire
qualsiasi cosa, lui parve prendere il coraggio per andare avanti, e le formulò una semplice domanda che avrebbe determinato forse il resto della sua vita.
~ Deaver, vuoi diventare mia moglie? ~
Rimase immobile per un lungo istante, permettendo al cervello di analizzare quelle parole, così inaspettate che per qualche frammento di secondo si illuse di averle solo immaginate.
Aprì la bocca come per dire qualcosa, ma poi la richiuse, rimanendo davvero senza parole.
E, cosa forse inaspettata da una come lei, alcune lacrime cominciarono a scendere sulle sue guance, di sostanza ben diversa da quelle di poco prima.
Erano lacrime di felicità, era riuscito a scuoterla dalla sua apatia, a risvegliarla dal dolore che provava, e a farle provare quella incredibile sensazione che riusciva a identificare solo come felicità, gioia, ma che in realtà nascondeva un ben più ampio turbinio di emozioni.
‘Deaver, vuoi diventare mia moglie?’
E pensare che a quell’ora doveva essere morta.
‘Deaver, vuoi diventare mia moglie?’
E pensare che poco prima si era risvegliata in quella stanza di ospedale, e le labbra di quello stesso uomo le avevano confessato che il loro bambino non era sopravvissuto.
‘Deaver, vuoi diventare mia moglie?’
Come se ci fosse ancora da pensarci su..
“Si”
Disse alla fine, con un filo di voce, come se non avesse il coraggio di pronunciare quella sentenza, senza che le lacrime smettessero di scivolare sul suo viso, alzando gli occhi verso di lui, senza riuscire a fare nient’altro.
“Si”